This article is available in English too.
Dotazioni di eccellenza e appropriate possono risultare decisive per la vostra
produzione aziendale. La tecnologia del vuoto si è imposta nel corso degli ultimi
anni, dimostrando come un investimento iniziale ragionato sfoci in risultati concreti
nel giro di poco tempo.
Nell'articolo precedente,
Ho davvero bisogno di un forno a vuoto?, abbiamo analizzato le ragioni che
dovrebbero motivare un'azienda a dotarsi di un forno a vuoto.
Se dunque ora ci è chiaro il "perché", in questo e nel prossimo articolo vedremo
il "cosa", scopriremo cioè quali sono i 10 elementi imprescindibili da valutare
rispetto alla dinamica di un forno che utilizzi il sistema del vuoto: una volta
conosciuti, la vostra scelta riguardo ai trattamenti termici in vuoto
sarà decisamente facilitata.
La tecnologia del vuoto viene sempre più associata ad innovative
applicazioni nei settori più avanzati della ricerca: si pensi agli acceleratori,
ai fasci di luce di sincrotrone, al plasma ad alta densità, ad esempio. Anche le
lavorazioni industriali da tempo sfruttano il vuoto per accrescere la precisione
nei risultati e ottimizzare i processi. Voglio citare la microelettronica
e l'optoelettronica, il meccanismo della superconduttività e gli
utilizzi nel settore della metallurgia, in campo aeronautico e spaziale. La tecnologia
del vuoto trova fondamento su alcune conoscenze di base che, indipendentemente dall'applicazione
finale, sono essenziali per il raggiungimento del risultato ottimale desiderato:
parlo di un sistema standardizzato di componenti, di misure, di regole pratiche,
che sono comuni ad impianti assolutamente diversi. Si tratta di concetti basilari
e averne un'idea generale e chiara sarà di grande aiuto per i vostri prossimi passi
e, soprattutto, per una scelta oculata del vostro prossimo forno per trattamenti
termici in vuoto.
Lo sviluppo dei forni in vuoto è stato avviato con l'obiettivo di ottenere migliori
pressioni di spegnimento, in modo da allargare il ventaglio dei materiali trattabili
e ridurre i tempi di ciclo: ciò ha comportato una revisione nel significato del
concetto di tecnologia del vuoto, creando le premesse per l'adozione di
una componentistica diversa. Oggi non è complicato individuare gli elementi che
differenziano i moderni impianti di trattamento termico da quelli classici di vuoto.
Ma andiamo per gradi. Vi conduco ad una disamina veloce dei tre aspetti che rimangono
basilari e immutati, cioè:
- saldatura
- sistemi di pompaggio e misura di vuoto
- leak detection (rilevamento perdite).
Completerò questa prima parte toccando altri tre fattori chiave per i trattamenti
termici sottovuoto, il cui progresso è stato sostanzioso negli ultimi anni, soprattutto
grazie a ricerche sofisticate nel settore aeronautico. Sto parlando di:
- materiali
- elementi di tenuta
- componenti: flange, valvole, serraggi, ecc.
Saldature
Nella fabbricazione del forno a vuoto, la saldatura rappresenta
la giunzione più semplice, perché codificata dall'uso e da norme precise (vedi le
tabelle CERN, ASME, ecc.). Tali norme trovano giustificazione nella potenziale pericolosità
della presenza di giunti: per questo, il codificatore ha imposto che il cordone
di saldatura sia semplice ed effettuato su un solo lato, mentre sulla superficie
opposta è consentita una saldatura a tratti. Ciò scongiura la formazione di microcricche
di difficile individuazione.
Chiedetevi dunque: cosa va considerato in fase di progetto del forno per trattamenti
termici sottovuoto?
Innanzitutto, che la saldatura non generi deformazioni o stati tensionali importanti,
da prevenire creando gli scarichi necessari. Poi, che gli spessori dei giunti siano
dello stesso ordine di grandezza. Infine, va reso disponibile materiale eccedente,
per facilitare la giunzione senza eccessivo materiale di apporto, evitando ogni
surriscaldamento.
Sistema di pompaggio e misura di vuoto
Un forno a vuoto deve essere dotato di un sistema di pompaggio,
il quale ha il cruciale scopo di portare il sistema ai vuoti finali richiesti dal
trattamento termico.
Ma il forno per trattamenti termici in vuoto è generalmente un sistema pulito,
con superfici ben degasate e privo di consistenti quantità di vapore d'acqua da
espellere. Se i pezzi da trattare sono stati preventivamente puliti con attenzione,
le tracce di condensabili che possono generare morchie o sospensioni negli oli della
pompa a diffusione o della rotativa saranno minime. Tenendo conto dei tempi di ciclo
(relativamente lunghi se paragonati a quelli di un metallizzatore), grazie all'applicazione
di tale misura precauzionale può essere ottenuta una notevole riduzione nelle dimensioni
del gruppo di pompaggio.
Per i diversi livelli di vuoto, le teste di misura di vuoto rimangono:
- il manometro a diaframma con indicazione meccanica
- le teste a misura di conducibilità termica (termocroce e Pirani)
- le teste a ionizzazione a catodo freddo (Penning).
Sull'argomento
pompe rotative date un'occhiata all'articolo
Pompe rotative per forni ad alto vuoto: facciamo chiarezza.
Ti è piaciuto fino a qua l'articolo?
Prima di continuare nella lettura, seguici sulla nostra pagina LinkedIn cliccando il pulsante qui sotto!
In tal modo rimarrai aggiornato sulle tecnologie più avanzate per i trattamenti termici non solo con i nostri articoli, ma anche con le migliori pubblicazioni che raccogliamo in giro per la rete.
Perdite
Da sempre, la principale causa di degrado dell'impianto e di mancata produzione
nel corso di trattamenti termici in vuoto viene ricondotta a perdite originatesi
durante il funzionamento. Infatti - vuoi per invecchiamento degli elastometri
di tenuta, vuoi a causa dell'usura delle tenute dinamiche, oppure per surriscaldamenti
dovuti a ridotto flusso di acqua di raffreddamento - accade che si verifichino situazioni
di "leak": essendo prontamente segnalate dagli strumenti, devono essere interpretate
dagli operatori con la dovuta attenzione.
Se questo aspetto è di complessa gestione, molto si può invece fare a priori per
garantirsi che l'impianto già in partenza non abbia perdite, causate usualmente
da:
- microporosità delle lamiere
- difetti di saldatura (nel vessel di contenimento "camera di vuoto" o nello
scambiatore)
- difetti nelle resine dielettriche colate dei passanti
- discontinuità delle tenute statiche
- montaggi errati
- progettazione non conforme.
L'operazione di
leak
detection deve essere pertanto eseguita con strumenti ad alta sensibilità sulle
parti isolate, nelle diverse fasi di montaggio e premontaggio.
Per maggiorni informazioni sull'argomento, leggete
Perdita
di vuoto nei forni: come eseguire un test di tenuta.
Materiali
Eccomi al punto cruciale. Quali sono i materiali da considerare
nel progetto? E quali sono ormai obsoleti?
L'obbligo a sottostare alle norme per gli apparecchi in pressione, l'uso di spessori
più elevati, la necessità di avere saldature resistenti e di evitare zone a concentrazione
di temperatura elevata: da tempo si è dimostrato che leghe leggere e acciai inossidabili
non sono materiali che rispondono a tali esigenze.
Seguitemi in questo veloce excursus sui materiali per ciascuna parte.
Nella fase di progettazione e dimensionamento del vessel vanno
considerate sia la pressione di massimo esercizio sia la massima temperatura dei
gas a contatto con la parete durante la circolazione di spegnimento.
Nella realizzazione della camera termica va tenuto conto di possibili
luci dello schermo coibente, da cui possa sfuggire la radiazione. Per quanto possa
apparire un caso raro, il progettista vi dirà che i tre passaggi di alimentazione
elettrica del resistore sono fonti di luce e che non si deve escludere che irregolarità
del coibente - da danneggiamento o consumo - possano risultare illuminanti.
Che fare?
Optare per acciai ad alta refrattarietà ed alta conducibilità termica.
Lo schermo coibente va realizzato con wafer rigidi di fibra
di grafite, dal coefficiente di trasmissione del calore estremamente basso.
Il molibdeno è ormai eliminato, essendo un materiale fragile e
con grande affinità per l'ossigeno alle basse temperature; i suoi ossidi, inoltre,
hanno un'elevata tensione di vapore.
La fibra rigida di carbonio (di cui la grafite è uno stato allotropico)
è il materiale di eccellenza per gli irrigidimenti e le cornici del wafer.
Una lunga serie di test, volti ad ottimizzare i trattamenti termici di particolari
aeronautici, è stata decisiva nel dimostrare come non vi sia combinazione chimica
tra grafite e metallo: pertanto, l'uso della grafite e l'eliminazione delle fibre
ceramiche (fortemente igroscopiche, con tendenza a formare legami chimici con i
vapori acquei) sono resi oggi possibili dall'eccezionale resistenza di questo materiale.
La grafite è inoltre la base degli elementi riscaldanti, con superfici
irraggianti piane ed estese. Unico accorgimento: evitare consumi importanti della
grafite eliminando gas parziali riducenti (Hz, NH3, ecc.).
Elementi di tenuta
È necessario che l'elemento di tenuta del forno per trattamenti termici
sottovuoto sia capace di resistere a pressioni positive e negative.
Il mio consiglio?
Studiare con particolare attenzione le cave delle tenute O-Ring. Devono evitarsi
movimenti della guarnizione nel passaggio dal vuoto alla pressione. E, se la superficie
di tenuta è vasta tanto da metterla a dura prova, vanno studiate guarnizioni opportune
(per esempio a doppio labbro), capaci di adattarsi ad una richiesta di tenuta di
vuoto con una sezione dell'elemento e di tenuta di pressione con l'altra sezione.
Chiedete che siano attentamente calcolati anche i carichi specifici, che
possono raggiungere diverse decine di kg/cm2.
Inoltre, in caso di:
- tenute per alberi rotanti: può essere richiesto di variare
la pressione dell'olio di tenuta per compensare i salti di pressione nella camera.
- tenuta su movimenti assiali: è bene che il fluido motore
sia costituito da un gas neutro ad evitare possibili soffiate d'aria durante
il comando.
Componenti
Passo infine ad un elemento spesso sottovalutato: la componentistica. Sto parlando
di valvole, flange, serraggi, teste di misura, ecc.: tutti saranno dimensionati
per resistere ad una pressione dall'esterno all'interno di 1 atmosfera.
Un uso incauto di tale componentistica, oltre alla grave pericolosità per il personale
presente nell'area di installazione del forno, può compromettere in maniera irreparabile
un impianto di tecnologia del vuoto dall'elevato valore.
Immaginate lo scenario: l'evento catastrofico si avrebbe nel momento di massima
temperatura del forno da vuoto, a schermi aperti, e con gas in pressione all'interno.
Questo basta a indurvi a mettere tale elemento nella check-list del progetto di
forno a tecnologia del vuoto.
Conclusioni
Mi auguro di essere stato chiaro ed utile nell'illustrare questi primi fattori.
Ma l'elenco non si chiude così: nella prossima parte andremo a scoprire quali sono
gli altri aspetti da considerare nella fase di commissione del forno a vuoto.
Fate
vostra questa lista e sarete l'interlocutore ideale del progettista!
Scarica l'eBook gratuito
Scarica gratis la guida all'acquisto dei forni a vuoto e ottieni chiari e utili consigli per decidere le funzionalità del tuo prossimo forno in vuoto.
Partendo da zero, ti aiuterà anche a capire innanzitutto cos'è un forno a vuoto e se tu ne abbia bisogno o no. Potenza, isolamento, unità di pompaggio, scambiatori di calore e molto altro ancora spiegati per la prima volta in semplici parole.